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Prevenzione e rimedi

E se la soluzione per il tuo acufene fossero gli apparecchi acustici?

Il dottor Pontoni spiega cos'è l'acufene e cosa fare per poter gestire questo problema che compromette la qualità del suono e della vita.
Foto Mancante
Dott. Francesco Pontoni 21/02/2020 15:56
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Uno degli argomenti più discussi e complessi del mio lavoro è lacufene.

Sebbene questo fischio alle orecchie, che può anche essere percepito come tintinnio o ronzio dalla dubbia provenienza, è avvertito dalla maggior parte della popolazione, solo circa il 10% lo sente in maniera continuativa.

Il disturbo, ripetuto con frequenza più o meno costante, ha un impatto molto spesso negativo sullo svolgimento delle attività quotidiane.

Non crederete mai a quanta disinformazione gira attorno a questo tema.

Sono tanti i falsi miti da sfatare riguardo gli acufeni, ma uno in particolare che sento sempre ripetermi dalle persone che vengono a fare una prova di controllo dell’udito è: “non sono qui per farmi controllare ludito, ma per questo fastidioso acufene che non mi lascia vivere in pace”.

Sfortunatamente, non sanno che l’acufene è un sintomo, causato da diversi fattori come ad esempio un problema di udito o uno circolatorio. Non è quindi la causa, come in molti credono. Infatti nel 99% delle persone che visitiamo, l’acufene è legato direttamente ad un calo d’udito. Per migliorare e risolvere l’acufene bisogna innanzitutto individuare la causa.

Se è causato da un altro problema, come ad esempio quello legato al sistema circolatorio, sarà il medico la persona più indicata a trovare una soluzione. Ma nel caso in cui anche il medico non riesca a risolvere il problema a livello farmacologico (o addirittura chirurgicamente per altri tipi di cause), si può provare ad alleviare il sintomo (l’acufene) con gli apparecchi acustici tramite particolari protocolli.

Molti dei pazienti che abbiamo visitato, credevano “ma a me non servono gli apparecchi acustici, voglio solo sbarazzarmi di questo ronzio”.

In realtà lavorare con gli apparecchi acustici può portare dei benefici su due fronti. Se è presente anche un problema di udito, e questo è la causa dell’acufene, allora uno dei compiti principali dell’audioprotesista sarà quello di risolvere nel migliore dei modi l’ipoacusia. Come detto prima, migliorando la causa avremo dei benefici spesso anche immediati anche sul sintomo (l’acufene). Ma in che modo viene risolto (o migliorato) il sintomo con gli apparecchi? L’approccio classico viene chiamato mascheramento. Gli apparecchi acustici mascheranol’acufene, il tintinnio o ronzio che senti. Verrà quindi coperto.

Tornando a sentire bene i suoni circostanti il tuo fischio/tintinnio andrà immediatamente in secondo piano. Dovrai proprio concentrarti per riuscire a percepirlo. Ma questa soluzione ha un piccolo inghippo. Una volta tolti gli apparecchi purtroppo sentirai di nuovo l’acufene. Tornando nella tua “normalità”, anche l’acufene tornerà a essere presente. Cosa fare allora in questi casi, se si vuole ridurre l’acufene anche quando vai a dormire (o nelle altre situazioni in cui togli i tuoi apparecchi)?

Se il suono è così debilitante anche dopo aver tolto gli apparecchi acustici, esistono diverse terapie per gestire al meglio l’acufene, come ad esempio la TRT.

La TRT (Tinnitus Retraining Therapy) è uno dei trattamenti più diffusi e si basa su un modello neurofisiologico, focalizzato sulla forza dell’abitudine.

L’obiettivo della terapia non è quello di eliminare l’acufene, ma di allenare il nostro cervello a ignorare questo rumore.

Ad esempio se abiti nei pressi di una ferrovia o di una strada molto trafficata, all’inizio il passaggio dei treni e il traffico ti infastidiranno, ma dopo un periodo prolungato, il tuo cervello, abituato a sentire questi rumori, comincerà ad ignorarli.

Oltre alla TRT ogni grande azienda di apparecchi acustici ha creato vari protocolli similari per il trattamento dell’acufene, come può essere ad esempio:

  • counseling (ovvero alcune sessioni di assistenza)
  • riduzione dello stress
  • stimolazione sonora tramite melodie (o suoni della natura, come la pioggia o le onde) e amplificazione

Questo attraverso luso di apparecchi acustici.

Il concetto è estremamente simile alla TRT. In entrambi i casi si può lavorare sia solo per ridurre il fastidio dell’acufene e contemporaneamente recuperare il calo d’udito. Se, come discusso in precedenza, il sintomo è legato alla perdita d’udito, più questo peggiora, più il tuo cervello percepirà il fischio. Prova a pensare di sentire continuamente, a frequenze diverse o costanti, lo stesso identico rumore 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per tutta la tua vita. Nei casi più difficili, alcune persone hanno accusato gravi impatti sulla qualità della loro vita. E spesso il problema non è tanto l’acufene in sé, quanto la disinformazione. Molti professionisti sanitari si limitano a rispondere “non si può fare niente, deve tenerselo!”, ed è la peggior cosa che si possa dire.

Per fortuna non è stato il caso di un nostro paziente, che a settembre dell’anno scorso, ci ha contattato via email, per privacy lo chiamerò con un altro nome (Mario).

Il sig. Mario ci ha raccontato del suo problema di acufeni, di quanto fosse grave e fastidioso, tanto da divenire insopportabile. Il tintinnio, come il paziente ci racconta, è molto forte.

Questo è molto probabilmente dovuto al fatto che ha da sempre lavorato in fabbrica di sua proprietà, lavorando anche 12 ore al giorno. Immergersi per un periodo prolungato in un ambiente dove sono presenti suoni forti e costanti, senza protezioni adeguate, può danneggiare gravemente il nostro udito. Il sig. Mario ha quindi cercato di risolvere questo problema con un intervento chirurgico. Questo a causa di un presunto contatto neurovascolare sul nervo uditivo, come ci racconta nelle sue email, spendendo un ingente somma di denaro (stiamo parlando di decine di migliaia di € in interventi). Purtroppo l’intervento non ha migliorato la situazione del sig. Mario, anzi lha peggiorata. L’unica soluzione che i medici prospettavano era di: “dimenticare il fischioe di chiuderlo nel suo subconscio. Come ultima risorsa “fai da te”, aveva iniziato ad utilizzare un iPod con dei suoni bianchi. Ma il sig. Mario però non si è arreso alla sua condizione, ed ha cercato un’altra soluzione. Ed è così che ci ha contattati via email, e dopo una prima visita abbiamo riscontrato che il suo acufene era proprio legato ad un leggerissimo calo d’udito!

Con pazienza e lavoro di équipe, scegliendo i giusti apparecchi acustici e utilizzando uno di questi protocolli, siamo riusciti a migliorare il problema, dando la possibilità al sig. Mario di sentirsi sollevato dalla sofferenza di questo sintomo.

Non è stato un lavoro per nulla facile e sicuramente c’è ancora molto lavoro da fare.

Però è importante ricordare che in questi casi scegliere un professionista capace ed esperto è fondamentale in quanto se si sbaglia il modello di apparecchio, si rischia di fare più danni che altro, a livello di aspettative del paziente.

Per questo se anche tu soffri di questo sintomo, ovvero senti un fastidioso ronzio e tintinnio continuo, ti invito a discuterne al più presto con il tuo medico o dottore audioprotesista più vicino a te.

Non voglio creare false speranze, ma allo stesso tempo con un po’ di pazienza ed i giusti professionisti, l’acufene è un sintomo che se gestito nel modo corretto può essere risolto (o almeno migliorato).

Dott. Francesco Pontoni

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