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Studi scientifici e news

Conduzione ossea: l'udito al servizio degli altri sensi

La conduzione ossea è la capacità delle nostre ossa di trasmettere i suoni, da oggi potrebbe avere applicazione anche nel campo delle protesi degli arti.
Specialisti dell'udito
Specialisti dell'udito 13/04/2017 07:54
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Da tempo la medicina è a conoscenza della capacità della nostra ossa di trasmettere i suoni, la cosiddetta conduzione ossea. In particolare, anche attraverso le ossa del cranio, i suoni vengono trasferiti al nostro orecchio interno, ed è questo il motivo per cui la nostra voce ci appare molto diversa se la ascoltiamo riprodotta da un dispositivo artificiale. Ciò accade, infatti, perché il cranio trasmette le basse frequenze meglio dell’aria e quindi noi quando parliamo percepiamo la nostra stessa voce in modo molto più basso rispetto a ciò che invece sentono gli altri.

Questa nostra capacità è stata sfruttata dalla tecnologia per la creazione di particolari apparecchi acustici che si posizionano fra la tempia e la guancia e il cui trasduttore elettromeccanico converte i suoni in vibrazioni meccaniche, che si propagano attraverso le ossa del cranio. Integrando la conduzione ossea, questi dispositivi permettono alle persone ipoacusiche di percepire un suono in sostanza equivalente a quello che percepirebbero se non avessero alcun deficit.

Ma questi apparecchi acustici, ad oggi, non sono l’unica applicazione medica della conduzione ossea.

Il recente studio Touch and Hearing Mediate Osseoperception, condotto dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa con i partner del progetto europeo DeTOP ha dimostrato che la conduzione ossea può offrire una risposta innovativa non soltanto ai pazienti che soffrono di problemi di udito, ma anche a coloro che hanno subito un’amputazione alle braccia o alle gambe.

La ricerca, infatti, afferma che i pazienti che hanno una protesi osseointegrata possono percepire meglio le informazioni sensoriali, tattili, sfruttando l’udito.

Grazie a quattro test psicofisici si è dimostrato che sfruttando la trasmissione delle vibrazioni sonore attraverso l’apparato osseo, chi indossa una protesi ha la possibilità di percepire meglio le sensazioni: gli stimoli sensoriali, infatti, anche se in forma molto ridotta, riescono a propagarsi attraverso il corpo fino a essere percepiti dall’apparato uditivo, al livello dell’orecchio interno.

I 12 pazienti che hanno partecipato allo studio riportavano diverse amputazioni a braccia e gambe e tutti hanno dichiarato di percepire una vibrazione nella protesi sia mediante il tatto che mediante l’udito.

Ciò dimostra ancora una volta che l’udito è tra i cinque sensi il più importante e anche il più potente, in grado di influenzare numerosi aspetti della nostra vita e non tutti strettamente legati al suono.

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