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Disturbi e malattie

Vertigine parossistica posizionale benigna ed osteoporosi

Il dott. Cupido parla della correlazione tra vertigine parossistica posizionale benigna, la forma più comune di vertigini, ed osteoporosi, una problematica delle ossa.
Foto Mancante
Dott. Gianfranco Cupido 21/02/2018 10:46
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La vertigine è una distorsione della percezione sensoriale dell’individuo che influisce sul movimento della persona dandogli un’errata percezione dello stesso, caratterizzato da perdita di equilibrio e sensazione di rotazione di se stessi o dell’ambiente circostante. Diversi studi hanno mostrato come possa esistere una relazione tra vertigine parossistica posizionale benigna (VPPB), forma più comune di vertigine ricorrente, e l’alterata omeostasi del calcio.

Può manifestarsi a qualsiasi età, anche se è stata documentata un’incidenza maggiore nei soggetti adulti. E’ comunemente accettato quale meccanismo scatenante una dislocazione patologica degli otoliti (cristalli di carbonato di calcio), normalmente presenti nelle macule dell’utricolo e del sacculo, sull’epitelio sensoriale della cupola di un canale semicircolare oppure nel lume dei canali semicircolari stessi.

La vertigine è considerata dal carattere benigno proprio perché scompare o spontaneamente o in seguito ad una manovra liberatoria del canale semicircolare leso. Le origini di questa malattia restano indeterminate nel 50-70 % dei casi, sebbene l’età, traumi cranici, bruschi movimenti del capo, labirintiti virali, fattori ormonali e malattie dismetaboliche possono essere annoverati tra le cause predisponenti.

Nei soggetti di età superiore ai 70 anni, la VPPB è abbastanza comune e si associa a notevoli comorbilità e ricadute. Probabilmente questo aumento di incidenza nelle popolazioni anziane è da associare ad una degenerazione del sistema vestibolare dell’orecchio interno, che è parzialmente accelerata dalla co-presenza di malattie metaboliche come l’osteoporosi. L’osteoporosi, malattia caratterizzata da una riduzione della massa ossea e da un incremento del turnover osseo con conseguente deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo, induce un’aumentata fragilità ossea e un aumento del rischio di fratture.

Sembra che le vertigini idiopatiche e ricorrenti si manifestino con più frequenza nelle donne e negli uomini affetti da osteoporosi e con carenze ematiche di vitamina D: infatti l’alterazione del bilancio tra formazione ossea e riassorbimento osseo determina un’ alterazione dell’omeostasi del Calcio nell’orecchio interno, esitando in un aumento della prevalenza e del rischio di ricorrenza di vertigini nei pazienti anziani. Numerosi studi hanno infine dimostrato come l’apporto nutrizionale di vitamina D nei soggetti affetti da osteoporosi e vertigini ricorrenti abbia determinato dei miglioramenti in termini di riduzione, fino anche alla scomparsa, delle crisi vertiginose.