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Perdita di udito e Parkinson: c'è un collegamento?

Uno studio della Queen Mary University di Londra ha posto l'attenzione su un possibile collegamento tra ipoacusia e Parkinson: ecco gli esiti.
Specialisti dell'udito
Specialisti dell'udito 19/04/2022 17:19
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Abbiamo parlato spesso del legame tra ipoacusia e malattie cognitive come la demenza senile e l’Alzheimer, che colpisco principalmente le persone anziane: il calo uditivo è uno dei fattori che può accelerare la comparsa di queste patologie.


Quello che invece rappresenta una grande novità è il legame tra ipoacusia e morbo di Parkinson.


Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che interessa alcune zone del cervello responsabili del movimento e dell’equilibrio. Si manifesta quando i livelli di dopamina calano drasticamente a causa della degenerazione e della morte dei neuroni e si hanno difficoltà nel controllare i movimenti del corpo.


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Lo studio innovativo della QMUL


Il team della Queen Mary University di Londra ha di recente condotto uno studio innovativo sui fattori di rischio e i sintomi precoci del morbo di Parkinson e ha individuato fra questi l’epilessia e il calo uditivo.


Lo studio, finanziato dalla Bart’s Charity e pubblicato sulla rivista JAMA Neurology, è molto diverso dai precedenti per quello che riguarda la scelta del campione. Ha infatti analizzato le cartelle cliniche di oltre un milione di persone residenti a Londra tra il 1990 e il 2018 ma, a differenza degli studi precedenti basati su un campione di popolazione abbastanza omogeneo (bianca e benestante), questa ricerca si è concentrata sulla popolazione dell’East London, che non solo ha una delle percentuali più alte di gruppi etnici, ma include anche un gran numero di famiglie (l’80% dei soggetti dello studio) a basso reddito.


I ricercatori hanno scoperto che i sintomi noti associati al Parkinson, come il tremore e i problemi di memoria, possono comparire rispettivamente fino a dieci e cinque anni prima della diagnosi.


Il dottor Alastair Noyce ha sottolineato che “le persone si rivolgono ai loro medici di famiglia quando sintomi, ma spesso non ottengono una diagnosi fino a cinque o dieci anni dopo questo. Il tremore, per esempio, è uno dei sintomi più riconoscibili del Parkinson, ma nel nostro studio è stato osservato dieci anni prima dell’eventuale diagnosi. Questo è un lasso di tempo troppo lungo da aspettare per i pazienti. Se siamo in grado di diagnosticare il Parkinson prima, abbiamo una reale opportunità di intervenire precocemente e offrire trattamenti che potrebbero migliorare la qualità della vita dei pazienti”.


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La perdita di udito è un campanello d’allarme da non sottovalutare


Come per tutte le patologie, ipoacusia compresa, la prevenzione e la diagnosi precoce svolgono un ruolo importantissimo e, in questo contesto, la scoperta che proprio la perdita di udito sia uno dei campanelli d’allarme precoce del Parkinson può essere di grande aiuto.


I nostri risultati hanno scoperto nuovi fattori di rischio e sintomi precoci: epilessia e perdita dell’udito", ha affermato l’autrice principale, la dott.ssa Cristina Simonet.


"È importante - prosegue - che i medici di base siano consapevoli di questi collegamenti e comprendano quanto precocemente possono comparire i sintomi del Parkinson, in modo che i pazienti possono ottenere una diagnosi tempestiva e i medici possono agire precocemente per aiutare a gestire la condizione”.