Stadio ed inquinamento acustico: gli esiti di uno studio
Gli italiani sono un popolo di tifosi, questo si sa. Sebbene le statistiche stiano registrando un calo della passione calcistica, è ancora questo lo sport preferito nel nostro Paese, con 4 italiani su 10 che si dichiarano tifosi. Molti di questi, invece di sedere a casa sul divano e supportare la squadra guardandola in TV, vogliono vivere la vera atmosfera da stadio e scelgono di assistere di persona alla partita per sostenere i propri beniamini nell’unico modo possibile: il tifo. Generazioni di supporter partono ogni settimana alla volta dello stadio con una sola certezza: fare rumore, nel bene e nel male, avrà un concreto effetto sul gioco.
Immaginiamo, ad esempio, di arrivare allo stadio e trovare la folla intenta a guardare il match in ossequioso silenzio. Dove sarebbe il divertimento? È questo il motivo per cui gli stadi, fin dalla loro architettura, sono progettati per trattenere e amplificare il rumore prodotto dalla folla; ad un livello che, una volta usciti, è impossibile non avvertire ronzio alle orecchie.
1Ma qual è il livello di inquinamento acustico negli stadi?
L’ inquinamento acustico negli stadi non è percepito tanto come una conseguenza inattesa, quanto piuttosto come un fattore necessario.
La giusta atmosfera da stadio può fare una grande differenza per i giocatori in campo e per gli spettatori sugli spalti; tuttavia, pochi sanno che esporsi a simili livelli di rumore per un tempo prolungato può comportare gravi danni per l’apparato uditivo. A tutto ciò si aggiunge anche il fatto che l’inquinamento acustico prodotto dagli impianti e dalla tifoseria interessa anche chi non prende direttamente parte agli incontri; come gli abitanti delle zone circostanti lo stadio, che non hanno scelto deliberatamente di esporsi al rischio.
Uno studio condotto sulla tifoseria della Premier League misura in 167 DB il livello di rumore raggiunto dai sostenitori del Manchester City, con tutte le altre tifoserie a seguire con cifre di poco inferiori. Sebbene non esistano indagini simili condotte nel panorama italiano, è ragionevole pensare che anche da noi la situazione sia essenzialmente la stessa: una condizione allarmante, se si tiene conto che il limite massimo oltre il quale ci si espone al rischio di perdita di udito per gli esperti è 85 DB.
L’aspetto più critico di questo fenomeno è la disinformazione. I tifosi che frequentano abitualmente gli stadi (così come coloro che amano i concerti o le discoteche) sono perlopiù inconsapevoli delle implicazioni che questi hanno per la loro salute. La nostra cultura sportiva considera l’assunto per cui è un motivo di vanto avere uno stadio rumoroso e ostile verso gli avversari. Emblematica, infatti, è l’abitudine di tutte le curve di accendersi e produrre ancora più chiasso quando la squadra avversaria è in fase di attacco, con l’aspettativa di incutere soggezione e respingerla nella propria area di gioco.
Tuttavia, pochi tifosi sanno che più intenso è il rumore, più alto è il rischio per il loro udito… e per quello dei giocatori. Questi ultimi, infatti, sono ovviamente i più esposti all’inquinamento acustico negli stadi, in quanto la maggior parte degli schiamazzi è indirizzata proprio a loro e il numero di volte in cui essi scendono in campo svolgendo nient’altro che il proprio lavoro è senza dubbio superiore.
Un dato rassicurante (e per certi versi sorprendente, data la passione dei nostri tifosi) ci arriva da una classifica stilata tempo fa dal sito olandese SoccerNews, che tra i dieci stadi più rumorosi al mondo non include alcun campo italiano. Sono tutti nella città di Istanbul, invece, gli stadi che occupano i primi tre posti di questa classifica: rispettivamente palazzi dello sport per il Besiktas, Fenerbahçe e, primo fra tutti, il Galatasaray.
Ovviamente, sarebbe ingenuo ipotizzare un cambiamento culturale tanto grande da trasformare gli stadi in luoghi pacati e silenziosi, perché ciò sarebbe in contraddizione con la natura stessa dello sport, che è entusiasmo, passione, eccitazione. Eppure, un modo per continuare a seguire la propria squadra del cuore pur non mettendo a repentaglio la propria salute sarebbe quello di adottare delle misure preventive per tutelarsi dall’ inquinamento acustico negli stadi.
Innanzitutto utilizzando delle protezioni: esistono diversi tipi di otoprotettori, alcuni dei quali consentono di sentire il parlato e i rumori di fondo, ma attutiscono i suoni nocivi. Ciò permetterebbe di seguire con attenzione la partita, senza con ciò esporre le nostre orecchie al pericolo di un calo uditivo. Altro accorgimento è quello di limitare il tempo di esposizione: alternare la visione di una partita allo stadio con quella di un incontro alla tv può già dimezzare il numero di ore in cui ci si sottopone al rumore. Ultimo accorgimento, infine, può essere quello di acquistare biglietti per postazioni negli spalti che siano meno affollate, in modo da non assistere a tutto l’incontro nelle immediate vicinanze della folla più rumorosa.