Prevenzione e rimedi

Decibel, rumori e problemi di udito

A quanti decibel il rumore può rappresentare un fattore di rischio per l'udito e causare persino dolore? Ne parla in questo interessante approfondimento il prof. Gianfranco Cupido.
Foto Mancante
Dott. Gianfranco Cupido 17/03/2016 16:37
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Il rumore è un’immissione sonora sgradevole e molesta che può determinare danni irreversibili al sistema uditivo.


Viviamo sempre in un’atmosfera più o meno rumorosa, sia di giorno che durante il sonno. Normalmente, i rumori che vengono percepiti vanno dai 20- 30 dB (ambiente molto silenzioso) ai 50- 60 dB (interno di appartamento su strada con finestre chiuse o aperte). Quando l’intensità del rumore arriva a 70 dB iniziano i disturbi del sonno e delle conversazione (incrocio con circolazione animata, aspirapolvere, ecc.).


Al di sopra degli 80 dB inizia il range di rumore che espone l'udito ad alcuni rischi, specie se prolungata nel tempo (6-8 ore) e giornaliera (camion, autobus, accelerazione, motociclette, tessitura).


A 100 dB l'intensità del rumore diventa insopportabile (es. martello pneumatico) mentre intorno ai 120-130 dB provoca dolore (aereo a reazione maglio).


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In che modo il rumore può causare sordità?


Esiste una patologia auricolare strettamente correlata all'esposizione al rumore (ipoacusia da rumore) ed effetti extra-uditivi derivanti dal rumore stesso, tra cui ipertensione, cardiopatia, aterosclerosi, disturbi comportamentali e deficit dell’attenzione.


Il trauma acustico, a sua volte, può essere acuto o cronico. Quello acuto è il più delle volte monolaterale, causato da un rumore improvviso molto breve e intenso, legato all’onda sonora che agisce sull’organo del CORTI aggravata talvolta dall’onda area provocata da uno scoppio (mina o bomba).


Il trauma uditivo legato a trauma acustico cronico è il più frequente e il più delle volte bilaterale ed è causato da un’esposizione prolungata a livelli sonori elevati.


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Un problema evidenziato anche dagli antichi egizi

Gli antichi egizi, infatti, avevano notato un incremento dei casi di sordità tra gli abitanti che popolavano i territori in prossimità delle cascate del Nilo, motivo per cui avvenne una vera e propria fuga di massa da tali insediamenti.

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Le ripercussioni del rumore sull'udito


L’avvento della tecnologia moderna ed il conseguente incremento dei rumori ambientali legati ai macchinari industriali, avvenuta senza che venisse accompagnata da un'adeguata cultura della protezione dai rumori (rappresentata anche dall'adozione degli otoprotettori), ha aggravato la diffusione delle patologie uditive ed extra uditive di questo genere. L’esposizione al rumore, infatti, ha un effetto cumulativo. E il danno uditivo da rumore è proporzionale all’energia sonora complessiva che colpisce l’apparato uditivo e dipende dal livello sonoro e dal tempo di esposizione, oltre che dalla diversa suscettibilità individuale.


L’organo colpito dall’energia sonora è la coclea: l’ipoacusia, quindi, è di tipo neurosensoriale.


Gli effetti del rumore sulla coclea possono essere transitori o permanenti, a seconda dell’intensità e della durata. Se l’esposizione al rumore è contenuta entro certi limiti di tempo e d’intensità è possibile avere un completo recupero della fatica uditiva. Se questi limiti vengono però superati, l’alterazione dell’udito diviene permanente instaurandosi così un’ipoacusia neurosensoriale da traumatismo sonoro (sordità da rumore).


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Come si evolve il danno uditivo da rumore


Inizialmente, le strutture cocleali subiscono alterazioni modeste e reversibili. In seguito, a causa di un'esposizione al rumore duratura (per anni), divengono gravi e irreversibili.


Andando più nello specifico, in un primo momento sono coinvolte le cellule ciliate esterne dell’epitelio neurosensoriale dell’organo di Corti (giro basale della chiocciola): sezione dell'orecchio deputata alla ricezione delle frequenze acute (4000 Hz). Successivamente, dopo l'esposizione ad ulteriori stimoli acustici particolarmente intensi, la zona colpita diventa più estesa e si possono alterare anche le cellule ciliate interne.


La sintomatologia delle sordità da rumore all’inizio è modesta. Si possono percepire acufeni, sensazioni di orecchio tappato, cefalea, senso di fatica: manifestazioni che, però, tendono ad attenuarsi progressivamente. In questi casi, il soggetto non si accorge dell’iniziale deterioramento dell’udito che si manifesta sui 4000 Hz. Quando, però, la situazione inizia a peggiorare, il deficit comincia ad emergere anche per frequenze inferiori (3000-2000 Hz).


Quando ciò accade, avviene una graduale escalation che all'inizio porta ad avere difficoltà nel percepire alcuni suoni come il ticchettio dell’orologio o il suono del campanello, fino a difficoltà tali da compromettere la comprensione nitida delle parole. E, di conseguenza, la vita sociale e le relazioni in qualsiasi ambito.


Appare, quindi, fondamentale proseguire nell'attività di promozione e sensibilizzazione della collettività sui rischi dei rumori negli ambienti di lavoro attraverso stratagemmi per proteggere l'udito dei lavoratori (isolamento acustico, otoprotettori). E attraverso campagne mirate ad informare sull'importanza della prevenzione uditiva e degli esami audiometrici da eseguire periodicamente.