Prevenzione e rimedi

Acufene: il ruolo dell'audioprotesista

Il dottor Pontoni spiega in che modo l'audioprotesista può supportare il trattamento dell'acufene e quali approcci terapeutici possono rivelarsi utili per vivere meglio.
Foto Mancante
Dott. Francesco Pontoni 28/09/2021 10:05
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Ti è mai capitato di sentire o percepire un fastidioso ronzio, tintinnio, fruscio o melodia di sottofondo, soprattutto la sera prima di metterti a letto? E fare proprio fatica a capire da che fonte proviene? Probabilmente lo hai anche sentito dopo un concerto o una serata in discoteca, ma solitamente  sparirà con un po’ di riposo nel giro di qualche ora. Se invece lo percepisci giornalmente, allora può trattarsi di acufene. Ed è una condizione più comune di quanto si pensi. È un sensazione uditiva anomala, si percepiscono dei suoni o stimoli sonori che non esistono. Alcuni sentono un fruscio, una cascata, un “bip”, un suono che pulsa.

Ogni giorno questo suono senza sosta influenza la vita di ben 3 milioni di italiani. Secondo un recente studio epidemiologico, di questi 3 milioni più di 600mila percepiscono l’acufene in modo invalidante.

In pochi sanno che l’acufene è un sintomo. Non è la causa. La fonte di questo fastidioso rumore di sottofondo è diversa. Infatti può essere causato da un:

  •   trauma emotivo, come la perdita di un proprio caro o da stress elevato, l’acufene si sviluppa in quella parte del cervello che gestisce le emozioni
  •   problema circolatorio, mandibolare o cervicale
  •   problema di udito

Il suono percepito, come la risoluzione del problema, varia da caso a caso. Anche essendo estremamente soggettivo, il minimo comune denominatore è il tempo che si impiega prima di affrontare questo problema.  Più si aspetta ad intervenire, e più sarà difficile la ripresa. Purtroppo ho avuto casi di pazienti che hanno aspettato molto prima di intervenire. Ma non a causa loro. È colpa della concezione comune che si cela dietro questo problema:

“L’acufene se ce l’hai te lo devi tenere, non ci sono soluzioni.”

 Assolutamente no!

È un disturbo che va trattato, e può essere alleviato indossando gli apparecchi acustici, per esempio. Questa è una delle nostre specializzazioni come audioprotesisti. Mi spiego meglio. Si può intervenire sulla causa e/o sul sintomo. Se si lavora sul sintomo si può lavorare sempre con degli apparecchi acustici. Se si lavora sulla causa, e questa è una perdita di udito, allora vanno bene anche in questo caso, perché miglioreranno questo deficit. Infatti nel 99% delle persone che visitiamo, l’acufene è legato direttamente ad un calo d’udito. Per trovare una soluzione per il tuo acufene, bisogna innanzitutto individuare la causa. Se è causato da un altro problema, come ad esempio quello legato al sistema circolatorio, sarà il medico la persona più indicata a trovare una soluzione.

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Come può aiutarti un audioprotesista ad affrontare il tuo acufene?

Nel caso in cui anche il medico non riesca a risolvere il problema a livello farmacologico (o addirittura chirurgicamente per altri tipi di cause), si può provare ad alleviare il sintomo (l’acufene) con gli apparecchi acustici tramite particolari protocolli.

Molti dei pazienti che ho visitato credevano:

“A me non servono gli apparecchi acustici, voglio solo sbarazzarmi di questo ronzio

In realtà lavorare con gli apparecchi acustici può portare dei benefici su due fronti. Se è presente anche un problema di udito, e questo è la causa dell’acufene, allora uno dei compiti principali dell’audioprotesista sarà quello di risolvere nel migliore dei modi l’ipoacusia (la perdita uditiva). Come detto in precedenza, andando a migliorare la causa avremo dei benefici, spesso immediati, anche sul sintomo (l’acufene).

Ma in che modo la soluzione per il tuo acufene può essere trovata dall’audioprotesista? L’audioprotesista, grazie alla sua conoscenza della tecnologia per l’udito, può aiutarti ad alleviare l’acufene. Ci sono diversi approcci per affrontare questo problema fastidioso.

L’approccio classico usato dagli audioprotesisti è il mascheramento. Gli apparecchi acustici vengono regolati in modo tale che vadano a “mascherare” l’acufene (il tintinnio o ronzio che senti in sottofondo). Tornando a sentire meglio i suoni circostanti il tuo fischio/tintinnio andrà immediatamente in secondo piano, verrà coperto, mascherato.

Dovrai proprio concentrarti per riuscire a percepirlo. Ma questa soluzione ha un piccolo inghippo. Una volta tolti gli apparecchi, purtroppo sentirai di nuovo l’acufene. Tornando nella tua “normalità”, anche l’acufene tornerà a essere presente. Cosa fare allora in questi casi, se si vuole ridurre l’acufene anche quando vai a dormire (o nelle altre situazioni in cui togli i tuoi apparecchi)?

Se il suono è così debilitante anche dopo aver tolto gli apparecchi acustici, esistono diverse terapie per il tuo acufene, come ad esempio la TRT.

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La TRT (Tinnus Retraining Therapy)

È uno dei trattamenti più diffusi e si basa su un modello neurofisiologico, focalizzata sulla forza dell’abitudine. L’obiettivo della terapia non è quello di eliminare l’acufene, ma di allenare il nostro cervello a ignorare questo rumore. Ad esempio se abiti nei pressi di una ferrovia o di una strada molto trafficata, all’inizio il suono dei treni e del traffico ti infastidiranno, ma dopo un periodo prolungato, il tuo cervello, abituato a sentire questi rumori, comincerà ad ignorarli.

Se come discusso in precedenza, il sintomo è legato alla perdita d’udito, più questo peggiora, più il tuo cervello percepirà il fischio. Prova a pensare di sentire continuamente, a frequenze diverse o costanti, lo stesso identico rumore 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per tutta la tua vita.

Nei casi più estremi, alcune persone hanno avuto gravi impatti sulla qualità della loro vita. Non è un percorso semplice e non è immediato. È un problema che spaventa, ma con pazienza e impegno si può tornare ad avere una vita serena e alleviare l’acufene. L’apparecchio deve simulare quello che è l’orecchio. La persona normale sente la penna che cade, la voce di un bambino che lo chiama da dietro. Se non ci fossero questi rumori, non sarebbe un ascolto naturale ma macchinoso. Quindi non te lo devi tenere, l’acufene! Ma devi essere consapevole che ci vorranno mesi di lavoro e dedizione per ottenere i primi risultati. Non bisogna dare false speranze. Ma neanche non darle.

Cosa fare quindi se ci troviamo in questa situazione e vogliamo capire come gestire un acufene?

Andare dal proprio medico di base e farsi prescrivere una visita dall’otorino. Potrebbe trattarsi di un tappo di cerume, e quindi risolvibile solo con un lavaggio.

  1. Visita dall’otorino con esami annessi, per indagare cosa potrebbe essere successo.
  2. Batterie di esami iniziali anche in un centro acustico.
  3. Capire qual è la percezione dell’acufene da 1 a 10 (ci sono dei test appositi).
  4. Capire la causa e se c’è una perdita uditiva collegata al sintomo
  5. Non avere paura di iniziare un percorso fatto eventualmente con degli apparecchi acustici.

Perché è importante non arrendersi e trovare una soluzione al proprio acufene?

Per stare bene anche mentalmente. Per tornare a trovare il piacere di stare con i propri cari e con la propria famiglia senza paura che il suono delle campane o del condizionatore possa riattivare l’acufene. Ecco perché ti consiglio di intervenire il prima possibile. Più si aspetta, più difficile sarà il percorso da affrontare per raggiungere l’obiettivo. È importante ricordare che scegliere un professionista capace ed esperto è fondamentale in quanto se si sbaglia il modello di apparecchio, si rischia di fare più danni che altro, a livello di aspettative del paziente.

Anche sottoporsi solo ad un semplice controllo dell’udito con il supporto di un audioprotesista può fare la differenza, per capire come gestire un acufene. Non voglio creare false speranze, ma allo stesso tempo con un po’ di pazienza ed i giusti professionisti, la soluzione per migliorare/risolvere il tuo acufene può essere trovata.