

Lavori rumorosi e udito: studio scopre come riconoscere i primi danni

Un recente studio, pubblicato sull’International Journal of Audiology, ha rilevato come individuare in anticipo la perdita dell’udito causata dal rumore (ipoacusia da rumore) nei luoghi di lavoro caratterizzati da un costante frastuono, tra cui fabbriche, cantieri o aeroporti.
I ricercatori hanno passato in rassegna 18 studi scientifici per capire quali test sono più efficaci per scoprire i primi segnali di danno all’udito e quali strumenti possono aiutare i medici a intervenire prima.
1Le frequenze più colpite dal rumore? Quelle più alte
Spesso, nei controlli medici sul lavoro si controllano solo le frequenze tra 250 e 8.000 Hz perché sono quelle più importanti per capire il linguaggio. Ma secondo questa revisione, le frequenze più alte, tra 12.000 e 16.000 Hz, sono le prime a mostrare segni di danno quando una persona è esposta a forti rumori.
In pratica, il danno all’udito comincia “in silenzio”, in zone dell’udito che non si controllano sempre nei test standard.
Solo dopo anni si iniziano a notare peggioramenti anche nelle frequenze usate per parlare e comunicare.
2I test standard spesso non bastano
Gli strumenti usati oggi in molti Paesi non sono abbastanza sensibili per accorgersi dei primi segnali di perdita dell’udito.
Questo significa che molti lavoratori scoprono il problema quando è già avanzato.
Al contrario, il miglioramento di questi strumenti, ad esempio controllando più frequenze o aggiustando i risultati in base all’età, può portare a una diagnosi più rapida e accurata.
In uno dei casi citati, una metrica rivista è riuscita a individuare il danno con cinque anni di anticipo rispetto ai metodi attuali, con una precisione tra il 98 ed il 100%.
3Cosa serve per migliorare la prevenzione
Lo studio propone alcune soluzioni semplici ma efficaci:
- Aggiungere test alle frequenze più alte (oltre gli 8.000 Hz), dove spesso si manifestano i primi segnali di danno.
- Modificare gli strumenti di analisi, rendendoli più sensibili e precisi, anche tenendo conto dell’età dei lavoratori.
- Formare meglio chi fa i controlli e dotare le aziende di strumenti più aggiornati per il monitoraggio.
4Perché è importante
La perdita dell’udito da rumore è una delle malattie da lavoro più comuni al mondo, ma spesso passa inosservata fino a quando è troppo tardi.
Intervenire presto può evitare peggioramenti, migliorare la qualità della vita dei lavoratori ed evitare costi sanitari e legali più alti per le aziende.
In definitiva, questa ricerca mostra che ascoltare “meglio e prima” è possibile, ma servono strumenti più moderni e attenzione alle frequenze che oggi vengono spesso trascurate.
Ricorda, la prevenzione della perdita dell’udito non è solo una questione tecnica: è un diritto per chi lavora in ambienti rumorosi.