Torna indietro
Consigli e curiosità

Musicisti e sordità come rischio del mestiere

Diverse rockstar convivono con una situazione di calo uditivo dovuto all'inevitabile esposizione prolungata ai rumori forti: il mondo della musica si sta muovendo per tutelare le orecchie degli artisti.
Specialisti dell'udito
Specialisti dell'udito 21/03/2016 08:38
Condividi:

Gli AC/DC sono stati costretti a rinviare il loro tour mondiale “Rock or Bust”, a causa dei problemi di udito del cantante Brian Johnson. I medici, infatti, hanno comunicato e consigliato al cantante di annullare definitivamente il tour per ridurre il rischio di aggravare la situazione e dover fare i conti con una perdita dell’udito permanente.


Pur essendo un “anziano” d’eccellenza, Brian Johnson non fa eccezione alla regola: età avanzata ed esposizione costante ai suoni troppo intensi rappresentano due fattori di rischio che insieme creano un mix davvero insidioso per l'udito di qualsiasi persona.


In generale, la sordità può rappresentare un vero e proprio rischio del mestiere tra i musicisti, indipendentemente dall'età. Non a caso, l'elenco di professionisti (anche piuttosto giovani) che lavorano nel mondo della musica alle prese con problemi uditivi è piuttosto lungo.


1
I musicisti con perdita dell’udito


Nel mondo ci sono circa 360 milioni di persone: secondo i numeri diffusi dall'OMS, 8 milioni sono alle prese con deficit uditivi. Tra questi, come accennato in precedenza, ci sono cantautori, compositori e chitarristi. Nel presente, ma anche in passato.


Uno dei più illustri è senz'altro Ludwing van Beethoven, probabilmente la prima vera rockstar della storia della musica che nonostante la grave sordità è riuscito a comporre opere musicali entrate di diritto nel patrimonio artistico dell'umanità. Passando ai giorni nostri, invece, è possibile menzionare alcuni tra gli artisti più apprezzati dal grande pubblico tra cui Chris Martin, frontman dei Coldplay, Phil Collins, Sting, il nostro Gino Paoli e tanti altri.


2
Perché la musica può arrecare danni all'udito?


Così come avviene in altri contesti lavorativi caratterizzati da intensi rumori ambientali, anche i musicisti devono fare spesso i conti con le conseguenze dell'ipoacusia da rumore.


I disturbi uditivi causati da un'elevata intensità dei suoni possono infatti provocare sia un calo dell'udito (ipoacusia), sia episodi frequenti di acufene, ovvero l'insistente percezione di un fischio all'orecchio in assenza di uno stimolo sonoro esterno. Questo è inevitabile considerando la giornata tipo di un musicista tra prove, registrazioni e concerti: contesti in cui s'impone l’uso continuo di cuffie e altoparlanti ad altissimo volume.


Basti pensare che il suono prodotto da un’orchestra sinfonica in pieno regime arriva fino a 110 decibel: si tratta di un'intensità ben superiore ad alcuni rumori quotidiani che vengono percepiti come fastidiosi come, per esempio, una metropolitana di passaggio (90 decibel) o un martello pneumatico (100 decibel).


3
Prevenzione e controllo: due strumenti essenziali per i musicisti


La perdita dell’udito, quindi, è un problema serio per chi lavora nel mondo della musica, motivo per cui necessita di un giusto approccio mirato alla prevenzione, indipendentemente dal genere musicale che si propone.


A questo scopo, sono stati realizzati per i musicisti degli ausili tecnologici sempre più discreti e su misura per attutire il rischio di possibili danni uditivi e per garantire un’ottima stabilità nell’orecchio e nell’ascolto.


Chi lavora in questo settore, quindi, dovrebbe chiedere una consulenza personalizzata ad uno specialista ed effettuare periodicamente esami audiometrici al fine di preservare l'efficacia dell'attrezzo di lavoro più importante in ambito musicale: le proprie orecchie.